Ti stai chiedendo se hai diritto a impugnare un testamento? Ti senti escluso o ritieni che il documento non rispetti le ultime volontà del defunto? Non sei il solo. Ogni anno molte persone si trovano nella tua stessa situazione, incerte su come agire per proteggere i propri diritti ereditari.
Perché il testamento, il documento con cui un soggetto dispone dei propri beni e delle proprie volontà dopo la morte potrebbe essere oggetto di impugnazione? Il testamento contiene le ultime volontà di una persona che non c’è più, quindi per quale motivo si dovrebbero mettere in discussione le sue disposizioni, dopo la sua morte?
Anche se il testamento rappresenta l’ultima volontà di una persona, il nostro ordinamento riconosce che potrebbe essere influenzato da errori, coercizioni o irregolarità che violano i diritti degli eredi. Fortunatamente, la legge prevede strumenti per agire: l’impugnazione del testamento.
Non è raro trovarsi in situazioni in cui un testamento sembra lesivo dei diritti di chi avrebbe dovuto essere tutelato. Figli esclusi senza motivo, badanti che improvvisamente diventano eredi universali, o fratelli che ricevono quote inique. Situazioni come queste sollevano dubbi e portano a chiedersi: è davvero tutto in regola?
In questo articolo esploreremo che cos’è l’impugnazione, chi può avviare un’azione legale di questo tipo, quali sono i principali motivi di contestazione e come procedere per ottenere una tutela dei propri diritti ereditari.
L’impugnazione di un testamento
Impugnare un testamento significa contestarne, in tutto o in parte, la validità al fine di stabilire se debba essere dichiarato nullo, annullabile o soggetto a riduzione secondo quanto previsto dalla legge.
Chi può impugnare un testamento
Sei sicuro di poter agire?
Non tutti hanno diritto a contestare un testamento. Solo chi ha un interesse diretto, concreto e attuale può farlo. Questo significa che devi essere direttamente leso o avere un vantaggio potenziale dalla revisione dell’atto testamentario.
Al contrario, se si tratta di un soggetto che non otterrebbe alcun beneficio dalla validità o meno del testamento, questi non potrebbe procedere con l’azione.
Le categorie di persone che possono impugnare un testamento sono quindi coloro ai quali la legge riserva un diritto sull’eredità del defunto: in virtù di un particolare legame di parentela con quest’ultimo o per volontà del testatore.
Categorie di legittimati all’impugnazione del testamento
1. Eredi legittimari
Gli eredi legittimari (i figli, il coniuge o i genitori del defunto) hanno sempre il diritto di agire in tal senso. Nello specifico, sono gli unici a poter impugnare il testamento se ritengono che le disposizioni in esso contenute violino le quote di legittima previste dalla legge.
Ad esempio, se un padre lascia tutto il suo patrimonio ad un amico, escludendo i figli, questi ultimi possono impugnare il testamento per ottenere la quota spettante di diritto. Per lo stesso principio, anche il figlio nato fuori dal matrimonio, ma non menzionato nel testamento, ha il diritto di impugnare il documento per vedersi riconoscere la quota di legittima che gli spetta.
2. Eredi testamentari e legatari
Gli eredi nominati nel testamento possono contestare l’atto se ritengono che sia stato leso il loro interesse ad ottenere la quota di eredità a loro liberamente devoluta dal defunto.
Ad esempio: Federico, confidente ed amico di tutta una vita di Paolo, scomparso da poco, sapeva di un testamento olografo in cui Paolo gli lasciava la sua collezione di orologi. All’apertura della successione, però, quella disposizione risulta cancellata con un tratto di penna. Federico potrà impugnare il testamento per dimostrare che questo è stato manomesso da chi aveva interesse che lui fosse escluso dall’eredità.
3. Creditori degli eredi legittimari
In alcuni casi, anche persone estranee (terzi), che nulla c’entrano con il testatore possono agire per impugnare il testamento: sono i creditori degli eredi legittimari.
Se infatti un erede legittimario è leso o pretermesso (escluso in toto o in parte dalla quota di legittima) e questi ha un debito nei confronti di un terzo soggetto, quest’ultimo può agire per fare in modo che l’erede legittimario riceva il patrimonio che gli spetta in modo da poter soddisfare il proprio diritto di credito.
In altre parole: il legittimario leso o pretermesso non impugna il testamento perché non gli interessa. Con la sua inerzia, però, lede il diritto del terzo creditore, nei confronti del quale ha un debito. Ecco perché la legge conferisce al creditore il diritto di impugnare il testamento tramite la c.d. azione surrogatoria.
In quali casi è possibile impugnare un testamento
Le motivazioni per cui un testamento può essere impugnato possono essere raggruppate, innanzitutto, nei casi che seguono.
Incapacità del testatore
Il testatore era davvero lucido quando ha scritto il testamento?
Perché un testamento sia considerato valido, il testatore deve essere in pieno possesso delle proprie capacità mentali al momento della sua redazione.
Nel caso in cui il testatore, al momento della stesura, fosse affetto da demenza, disturbi psichiatrici o si trovasse sotto l’effetto di sostanze che compromettessero la sua capacità di giudizio, il testamento può essere contestato e dichiarato non valido.
Vizi formali del testamento
La validità di un testamento dipende anche dal rispetto delle modalità formali previste dalla legge, per il tipo di testamento prescelto (pubblico o olografo).
Vizi della volontà nella redazione del testamento
Credi che nella redazione del testamento ci siano stati errori, pressioni o influenze indebite?
Il testamento deve riflettere esclusivamente la volontà libera e consapevole del testatore. Se viene dimostrato che il documento è stato redatto sotto coercizione, minacce o inganno, il testamento è invalido nella misura che analizzeremo tra poco.
Situazioni di influenza indebita possono coinvolgere familiari, caregiver o altri soggetti che, abusando della propria posizione, costringono il testatore a modificare le sue ultime volontà in loro favore, privando altri eredi dei loro diritti.
Lesione della legittima
Credi di aver ricevuto meno di quanto ti spetta per legge?
Il nostro ordinamento tutela i diritti dei legittimari garantendo loro una quota intoccabile del patrimonio del defunto, nota come “quota di legittima”.
Se il testatore lede questo diritto, disponendo del patrimonio in maniera contraria alla legge, gli eredi lesi possono procedere con l’impugnazione del testamento ed agire per ottenere la reintegrazione delle proprie quote.
I casi che abbiamo appena elencato possono andare a configurare 3 diverse tipologie di invalidità del testamento; 3 diverse “gravità” che giustificano l’impugnazione del testamento che ne è affetto; stiamo parlando della nullità, annullabilità e lesione di legittima.
Impugnare testamento nullo: quali sono i vizi?
Un testamento è considerato nullo quando presenta irregolarità gravi tali da compromettere in toto la sua validità.
In questi casi, il documento perde ogni efficacia e si considera come se non fosse mai stato redatto. La distribuzione dell’eredità, di conseguenza, avviene secondo le regole della successione legittima, ignorando completamente il contenuto del testamento.
La nullità può essere determinata da un errore grave nella forma oppure nella sostanza. I casi sono determinati tassativamente dalla legge.
Casi di nullità formale del testamento olografo:
- mancanza di autografia o sottoscrizione
Casi di nullità formale del testamento pubblico:
- mancanza di redazione per iscritto da parte del notaio della dichiarazione del testatore
- mancanza della sottoscrizione della persona autorizzata a riceverla
- mancanza di firma del testatore
Casi di nullità sostanziale di tutti i testamenti
- Patti successori
es.: La nomina ad erede di Giulia deriva da un contratto con cui il defunto si era impegnato con Michele dietro corrispettivo a lasciare a Giulia parte della propria eredità. - Testamento congiuntivo o reciproco: è nullo il testamento che contenga le disposizioni testamentarie di due o più soggetti, sia in cui si nomini un terzo erede, sia in cui le parti reciprocamente si istituiscano eredi dei reciproci patrimoni.
Es.: Due fratelli fanno insieme testamento in cui nominano erede universale l’unico genitore superstite: anche in questo caso il testamento è nullo. - Disposizioni rimesse all’arbitrio di un terzo
Es.: nel proprio testamento, Cristiano dispone che sia Luigi a decidere le quote ereditarie. - Disposizione determinata unicamente da motivo illecito risultante da testamento.
Sarebbe nulla una disposizione del tipo: “al mio Commercialista Caio va metà del patrimonio per avermi aiutato a non pagare le tasse in tutti questi anni”. - Onere impossibile e illecito costituente motivo determinante.
Es.:“Istituisco mio figlio erede universale se riesce a trovare la cura per il cancro entro un anno dalla mia morte”. Oppure “A mia figlia Valentina va tutto il mio patrimonio se e solo se ucciderà la madre, già in stato vegetativo da molti anni”. - Oggetto impossibile, illecito, non determinato o non determinabile.
Ad esempio: ”A Tiziana lascio l’Isola del Giglio, a Mario i proventi del traffico di marijuana”
Bisogna però sottolineare che, in virtù del principio di conservazione del testamento e dell’irripetibilità delle dichiarazioni del testatore, se alcune clausole o una parte del testamento sono nulle, il resto del testamento rimane valido, a patto che sia chiaro che il testatore avrebbe comunque voluto fare quel testamento senza le parti esplicitamente ritenute nulle dalla legge.
Se vuoi approfondire vai alla pagina Impugnazione testamento olografo
Impugnare testamento annullabile: quali sono i vizi?
Diversamente dalla nullità, l’annullabilità si verifica in presenza di irregolarità meno gravi.
In tali casi, il testamento rimane valido nella sua globalità, ma le disposizioni viziate possono essere invalidate, lasciando inalterate le altre parti dell’atto.
Tuttavia, in alcune situazioni, anche un testamento annullabile può essere completamente eliminato, se le irregolarità sono così gravi, nel complesso, da influenzare l’intero documento. In generale, un testamento annullabile rimane valido ed efficace fintantoché non venga fatto oggetto di impugnazione.
Casi di annullabilità del testamento pubblico e olografo
Incapacità del testatore
Un testamento redatto da una persona incapace di intendere e di volere, pur non essendo legalmente interdetta, può essere impugnato.
Tuttavia, dimostrare che il testatore fosse in tale stato al momento della redazione non è semplice. Chi intende ottenere l’annullamento deve fornire prove concrete dell’incapacità, utilizzando qualsiasi mezzo idoneo.
A tal proposito, possono risultare utili documenti medici che attestino l’esistenza di patologie che abbiano compromesso le facoltà cognitive del testatore, come demenza senile, ictus o simili.
Inoltre, testimonianze o una consulenza tecnica disposta dal giudice possono aiutare a ricostruire le condizioni del testatore al momento della stesura del testamento, ad esempio confermando che fosse sotto l’effetto di alcol o affetto da una patologia grave.
Vizi minori di forma
Le disposizioni contenute nel testamento che presentino errori formali tali da non causarne la nullità, possono essere annullate.
Vizi della volontà
1) Errore:
Il testatore può aver commesso un errore di fatto o di diritto che vizia la disposizione. Ad esempio, lasciare un immobile a una persona che il testatore crede essere ancora viva, ma che in realtà è deceduta.
2) Violenza o dolo:
Un motivo frequente per contestare un testamento è la manipolazione della volontà del testatore.
Per dimostrare che si tratta di manipolazione, però, non è sufficiente provare che il testatore sia stato influenzato da suggerimenti, promesse o lusinghe: è necessario dimostrare che siano stati usati mezzi fraudolenti in grado di ingannarlo o minacciarlo e spingerlo a prendere decisioni diverse da quelle che avrebbe scelto liberamente.
La valutazione di questi mezzi deve tenere conto dell’età, dello stato di salute e delle condizioni psicologiche del testatore, e deve essere più flessibile rispetto ai criteri usati per i contratti.
Poiché raramente si trovano prove dirette della manipolazione o delle minacce, è possibile dedurla da comportamenti, atti o circostanze insolite sia del testatore sia di chi potrebbe trarne vantaggio. Ad esempio, possono essere rilevanti testimonianze che descrivano come i parenti si siano comportati negli ultimi giorni di vita del testatore, soprattutto se il nuovo testamento modifica drasticamente disposizioni precedentemente elaborate con cura.
Pressioni psicologiche, minacce o manipolazioni possono portare all’annullamento del testamento. Ad esempio, un parente che induce il testatore a modificare il testamento con raggiri o Francesco che sia costretto da Caio a istituire erede suo figlio per paura che questi possa fare del male a sua moglie.
I termini per impugnare un testamento
Entro quando è possibile impugnare il testamento?
I termini per impugnare il testamento dipendono dalla gravità del vizio.
Nello specifico: se si tratta di vizi talmente gravi da determinare la nullità del testamento, l’azione è imprescrittibile.
Se invece si ritiene che il testamento sia annullabile, si dovranno far valere in giudizio i vizi entro 5 anni.
Ma cinque anni da quando? Dalla morte del testatore? No, i 5 anni decorrono:
– in caso di incapacità naturale e per vizi di forma, dal giorno in cui stata data esecuzione al testamento
– in caso di vizi della volontà, il termine decorre dal giorno della scoperta dell’errore, della violenza o del dolo.
Se invece si vuole impugnare il testamento per lesione di legittima, è necessario agire in giudizio entro 10 anni dall’apertura della successione.
Si può impugnare un testamento dopo aver accettato l’eredità?
Certamente sì. Accettare l’eredità non significa accettare il testamento.
Per impugnare un testamento, è indispensabile avere un interesse all’eredità che si ritiene essere leso. Solo chi è già erede ha il diritto di impugnarlo, poiché l’azione è riservata a chi può trarne un vantaggio diretto, come ottenere una quota maggiore del patrimonio.
In alcuni casi, senza l’accettazione, e dunque il manifestato interesse a ricevere l’eredità, non si può accertare l’esistenza di eventuali vizi nel testamento, né quindi impugnarlo.
D’altronde, chi impugnerebbe un testamento se avesse intenzione di rinunciare all’eredità?
Di contro, infatti, il chiamato all’eredità che non abbia accettato entro 10 anni dall’apertura della successione perde qualsiasi interesse e, di conseguenza, il diritto di esperire l’azione.
Come impugnare in pratica un testamento olografo o pubblico?
Devi sapere che sei hai intenzione di impugnare un testamento, non si va diretti davanti al giudice.
La legge, dal 2010, prescrive che è obbligatorio tentare la via della mediazione prima di adire l’autorità giudiziaria ed intraprendere un vero e proprio processo. La mediazione altro non è che un tentativo di conciliazione tra le parti assistite dai propri avvocati, fatta davanti ad un organismo accreditato dal Ministero della Giustizia.
Solo se non si dovesse trovare un accordo in sede di mediazione, la parte interessata, assistita da un avvocato esperto in diritto successorio, può procedere con l’impugnazione del testamento.
L’impugnazione del testamento si realizza tramite atto di citazione. Questo atto dà formalmente avvio al procedimento giudiziario finalizzato alla revisione e valutazione della validità delle disposizioni testamentarie contestate.
Nell’atto di citazione viene esplicitato che cosa l’erede desidera contestare, su quali argomentazioni, cioè, vuole fondare la propria pretesa:
vuole che il giudice dichiari nullo tutto o parte del testamento?
vuole vedere annullate alcune parti del testamento?
oppure ritiene che la propria quota di legittima sia stata lesa?
In base al tuo caso specifico l’avvocato nell’atto di citazione esperirà azione di impugnazione per nullità, azione di impugnazione per annullamento o azione di riduzione.
Ebbene, capire quale azione intraprendere e quali argomentazioni addurre, non è cosa facile, per questo il primo passo è ovviamente sempre quello di richiedere una consulenza ad un avvocato esperto in eredità, testamento e successioni in generale.
Cosa accade se un testamento viene dichiarato nullo
Un testamento dichiarato nullo non ha alcun effetto giuridico e dunque si procede con l’apertura della successione legittima.
Cosa accade se un testamento viene annullato in tutto o in parte
Se si ha impugnazione per far annullare alcune disposizioni testamentarie, queste sono valide ed efficaci fintantoché non venga pronunciata la sentenza di annullamento.
Come si impugna un testamento per lesione di legittima
Il legittimario che subisce una lesione di legittima può agire con l’azione di riduzione, il cui scopo è rendere inefficaci le disposizioni testamentarie o le donazioni che superano la quota disponibile. I beni così recuperati tornano nel patrimonio ereditario e vengono redistribuiti ai legittimari.
L’azione di riduzione si sviluppa in tre fasi:
1. Dichiarazione di inefficacia delle disposizioni testamentarie o donazioni lesive.
2. Azione di restituzione contro i beneficiari, per recuperare quanto ancora presente nel loro patrimonio.
3. Azione di restituzione contro terzi acquirenti, per recuperare i beni trasferiti dal beneficiario ad altri soggetti.
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Quanto costa impugnare un testamento?
Ti sei mai chiesto quanto potrebbe costarti difendere i tuoi diritti ereditari? Se hai dubbi sulla validità di un testamento o temi di essere stato ingiustamente escluso dalla divisione dell’eredità, sapere quali sono le spese da affrontare può aiutarti a fare chiarezza e prendere una decisione informata. Dopotutto, perché rinunciare a ciò che la legge ti garantisce?
Ecco una panoramica dei costi principali da considerare per impugnare un testamento.
1. Spese vive: sei pronto ad affrontarle?
La prima voce di spesa è rappresentata dalle cosiddette “spese vive,” necessarie per avviare e portare avanti la causa. Tra queste:
• Contributo unificato, una tassa da versare allo Stato per iniziare il giudizio. Il suo importo varia in base al valore della quota ereditaria contestata. Più alta è la quota, più elevato sarà il contributo:
• Per cause di valore fino a 1.100 euro: 43 euro.
• Per cause con valore superiore a 520.000 euro: 1.686 euro.
• Ad esempio, una quota ereditaria di 100.000 euro richiede un contributo di 759 euro.
• Costi per notifiche, bolli e imposta di registro, che dipendono dal numero delle parti coinvolte. L’imposta di registro, in particolare, è dovuta solo al momento della pubblicazione della sentenza (e si può evitare se le parti trovano un accordo prima).
2. L’onorario dell’avvocato: un investimento per ottenere ciò che ti spetta
Il secondo costo da considerare è quello legato al legale che ti assisterà. L’avvocato deve fornirti un preventivo scritto prima di iniziare, così saprai esattamente a cosa vai incontro. Ma quanto potrebbe costarti realmente?
L’onorario dell’avvocato per impugnare un testamento può essere calcolato in percentuale, parametrato al valore della causa, oltre che secondo i valori indicati dal tariffario forense. È importante discutere queste condizioni in anticipo per evitare sorprese.
Vale la pena rinunciare a una parte della tua eredità per ottenere il resto? È una domanda che molti si pongono, ma affidarti a uno specialista può fare la differenza tra perdere tutto e conquistare ciò che ti spetta.
Impugnare un testamento può sembrare un percorso complesso, ma con il supporto giusto è possibile far valere i propri diritti ereditari.
Se hai dubbi sulla validità di un testamento o ti senti ingiustamente escluso dall’eredità, non esitare a contattare un avvocato esperto in successioni.
Agire in modo tempestivo e informato può fare la differenza.
Richiedici una consulenza oggi stesso e inizia a proteggere ciò che ti spetta di diritto.