Come dividere l’eredità quando non c’é accordo tra gli eredi.
Quando gli eredi non riescono a trovare un accordo sulla gestione dell’eredità il giudice può intervenire, su richiesta di uno degli eredi, per suddividere il patrimonio e sciogliere la comunione ereditaria; si tratta della divisione giudiziale.
Quando gli eredi non riescono a raggiungere un accordo unanime per la divisione ereditaria consensuale, bisogna procedere per le vie legali con la divisione giudiziale.
Questo processo può essere di due tipi: di volontaria giurisdizione, se tutti sono d’accordo sulla divisione ma non sull’entità delle attribuzioni, o di giurisdizione contenziosa, se non tutti gli eredi vogliono la divisione dell’eredità.
Prima di finire in tribunale, c’è un passaggio fondamentale che può aiutare a risolvere tutto in modo più semplice e meno stressante: la mediazione civile.
Secondo la legge italiana, prima di avviare una causa, è necessario tentare la mediazione. Questo passaggio obbligatorio, previsto dall’articolo 5 del decreto legislativo 28/2010, ha l’obiettivo di trovare un accordo tra le parti senza bisogno di coinvolgere il giudice.
Ma cosa significa concretamente? La mediazione è un incontro, guidato da un mediatore esperto e imparziale, in cui tutti gli eredi, assistiti da avvocato specializzato in consulenza legale per eredità, cercano di trovare una soluzione che soddisfi tutti.
È un’opportunità per parlare, ascoltare e negoziare, evitando così il lungo e costoso percorso di una causa legale.
Se questo tentativo non porta al risultato sperato e non si raggiunge un accordo, allora sì, si dovrà andare in tribunale e lasciare che sia il giudice a decidere.
Vediamo dunque come si procede per la divisione ereditaria giudiziale.
La divisione ereditaria giudiziale è quindi una procedura utilizzata quando gli eredi non riescono a trovare un accordo sulla spartizione dell’eredità, nemmeno con l’aiuto di un organismo di mediazione.
È evidente che, a differenza della divisione consensuale o testamentaria, la divisione giudiziale richiede l’intervento dell’Autorità Giudiziaria.
Tuttavia, in alcuni casi, il giudice può svolgere un ruolo di garante, sovrintendendo le operazioni di divisione per assicurare un’equa ripartizione. Questo può essere utile per mantenere l’imparzialità e rispettare le disposizioni legali.
Di solito, i diritti devono essere esercitati entro termini specifici previsti dalla legge.
Il diritto di richiedere la divisione giudiziale dell’eredità, invece, è imprescrittibile, il che significa che può essere esercitato in qualsiasi momento.
Tuttavia, se esiste un patto per non sciogliere la comunione ereditaria, questo rimane valido per un massimo di dieci anni, il che significa che non è possibile eseguire la divisione ereditaria prima di questo tempo.
In casi gravi, però, il giudice può ordinare la divisione anche prima dello scadere del tempo convenuto.
La richiesta di divisione giudiziale può essere fatta da ciascun coerede che abbia accettato l’eredità, anche contro la volontà degli altri. Ciononostante è necessario che tutti i coeredi partecipino al giudizio, in un rapporto di litisconsorzio necessario, per garantire che ogni erede possa esprimere la propria opinione sulla spartizione dei beni.
In altre parole, se anche un solo coerede vuole ottenere la divisione ereditaria può agire in giudizio di sua spontanea volontà. Se lo fa, gli altri eredi devono necessariamente prendere parte alla causa.
Per la divisione ereditaria giudiziale, bisogna innanzitutto rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto delle successioni capace anche di garantire una consulenza legale per l’impugnazione di un testamento olografo o per l’impugnazione di un testamento pubblico.
Grazie all’assistenza legale, si tenterà prima una mediazione, come visto sopra; poi, per intentare la causa, l’avvocato redigerà il cosiddetto “atto di citazione”.
Con questo atto si chiede al giudice civile del luogo in cui si è aperta la successione, (generalmente l’ultimo domicilio del defunto) di pronunciarsi sulla divisione ereditaria.
L’atto di citazione contenente la domanda di divisione va notificato a tutti i coeredi almeno 90 giorni prima dell’udienza, in modo che abbiano, insieme ai propri legali, il tempo di prepararsi a dibattere la causa.
Che cosa fa il giudice quando riceve la domanda di divisione?
Innanzitutto il giudice deve accertare che ci siano i presupposti per procedere con la divisione ereditaria.
Ad esempio: l’identificazione di tutti gli eredi, la legittimazione di questi ultimi a richiedere la divisione, la chiamata in causa dei creditori ipotecari, la determinazione dei beni che formano l’eredità, etc.
In questa fase, detta fase istruttoria, il giudice può avvalersi dell’aiuto di consulenti tecnici (ossia periti quali geometri, antiquari, esperti di preziosi e gioielli, etc.) per meglio stimare il valore o altre caratteristiche dei beni oggetto della valutazione.
Dopo aver stimato il valore effettivo della massa ereditaria ed aver calcolato le quote spettanti ai coeredi, il giudice o altro soggetto designato, redige il progetto di divisione.
Sappi che il giudice non dà mai una valutazione personale; l’autorità giudiziaria, anche in sede di divisione giudiziale ereditaria è tenuta a prendere le decisioni secondo legge, basandosi sui dati oggettivi che vengono portati alla sua attenzione.
Per questo motivo, il giudice ha quasi sempre bisogno di rivolgersi ad un consulente tecnico per capire se (ad esempio) l’immobile vale X o Y, se lo stesso è divisibile in porzioni indipendenti, quale sia l’effettivo valore del gioiello o del pezzo di antiquariato, etc.
Il progetto di divisione altro non è che una proposta su come distribuire l’eredità tra i coeredi; in poche parole “a chi spetta che cosa” in via esclusiva (es. a Filippo attribuisco l’azienda agricola, a Silvia attribuisco la collezione di quadri).
Questo progetto viene depositato in cancelleria del tribunale affinché tutti gli eredi possano prenderlo in visione e valutare se la proposta li soddisfa.
Inoltre, il giudice stabilisce una data per un’udienza in cui tutti i condividenti e gli altri chiamati in causa possono presentarsi per discutere il progetto.
In sede di udienza possono quindi aprirsi due scenari:
1) Gli eredi sono d’accordo con il progetto di divisione ereditaria redatto dal giudice.
In tal caso il giudice approva il progetto ed emette un’ordinanza non impugnabile che rende effettivamente esecutiva la divisione ereditaria.
In altre parole: gli eredi accolgono all’unanimità la proposta di divisione fatta dal giudice ed ognuno diventa concretamente titolare della porzione di eredità che gli è stata assegnata.
2) Gli eredi non sono d’accordo con il progetto di divisione fatto dal giudice e presentano le proprie obiezioni. In tal caso il giudice deve rimettere la causa in decisione, magari con ulteriori indagini e stime peritali.
Questo ad esempio accade se una parte contesta il valore attribuito a un bene facente parte dell’eredità e viene richiesta una nuova valutazione tecnica.
Infine, il giudice potrà modificare il progetto di divisione ereditaria secondo le contestazioni emerse.
Attenzione: se il decreto con cui si fissa l’udienza non viene notificato a tutte le parti, l’ordinanza che rende esecutiva la divisione può essere impugnata.
Se ti trovi in una situazione di conflitto ereditario anche per l’impugnazione di un testamento per lesione legittima, un avvocato esperto può guidarti attraverso il processo – dalla mediazione iniziale fino alla risoluzione in tribunale – assicurando che i tuoi diritti siano tutelati e che la divisione dell’eredità avvenga nel modo più equo possibile.
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