Imposte di successione: come si determinano le tasse sull’eredità?

Come si versano le imposte di successione?

Le imposte di successione sono dovute ogniqualvolta, a seguito dell’apertura della successione, avvenga il subentro dei successori nei beni ereditari.

Quali sono le imposte sulla successione ereditaria? Come si calcolano? Come si versano?

Leggi questo post e troverai tutte le risposte che cerchi.

Cosa sono le imposte di successione?

Le imposte di successione sono le tasse poste a carico degli eredi per il trasferimento della proprietà e degli altri diritti reali sui beni oggetto della successione ereditaria.

Più nello specifico il principale tributo in tema di successioni è l’imposta di successione, espressamente prevista dal D. lgs del 31 ottobre 1990, n. 346 “Testo Unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni”.

Devi sapere, peraltro, che vi è uno stretto legame tra le imposte di successione e la dichiarazione di successione, in quanto quest’ultima consente all’Agenzia delle Entrate di conoscere l’entità dell’eredità, così da determinare la base imponibile per il calcolo dell’imposta.

Beni e diritti gravati da imposte

I beni che sono assoggettati alle imposte di successione si individuano a partire dall’attivo ereditario e sono:

  • Beni immobili (case, fabbricati, negozi, immobili strumentali, terreni agricoli ed edificabili).
  • Beni mobili (aerei, barche, gioielli, opere d’arte, conti correnti, denaro e via dicendo).
  • Partecipazioni aziendali, quote azionarie e titoli borsistici.
  • Rendite e trattamenti pensionistici.

Beni esclusi dalle imposte

I beni esclusi per legge dalle imposte di successione sono:

  • Titoli di stato e buoni del tesoro.
  • Aziende a conduzione famigliare
  • Società di capitali o cooperative o mutua assicurazione con sede in italia (per i successivi 5 anni dall’apertura della successione gli eredi sono obbligati a proseguire l’attività d’impresa, detenendo la maggioranza azionaria della stessa).
  • TFR e ulteriori indennità.
  • Veicoli iscritti al PRA.
  • Crediti verso lo Stato o enti pubblici.
  • Beni culturali sottoposti a vincolo, purché siano stati rispettati gli obblighi di conservazione e protezione.

Chi deve versare le imposte di successione?

I soggetti sui quali grava l’obbligo di versare l’imposta di successione sono essenzialmente gli eredi e i legatari.

Come vedi, i soggetti tenuti al versamento dell’imposta di successione non coincidono esattamente con coloro che sono tenuti alla presentazione della dichiarazione di successione.

Infatti, la ratio è che soltanto chi acquisisce la titolarità del patrimonio ereditario e pertanto consegue un arricchimento è tenuto all’obbligo tributario.

In ogni caso le imposte di successione sono dovute in solido tra eredi, mentre i legatari, sono responsabili soltanto limitatamente alla quota.

Ciò significa che nel primo caso il Fisco può pretendere il pagamento dell’intera imposta da uno solo degli eredi, salvo il diritto di quest’ultimo di richiedere il rimborso agli altri coeredi; viceversa nei confronti del legatario la pretesa è limitata alla frazione di imposta calcolata sul valore di quanto ricevuto.

In ogni caso non sempre gli eredi sono tenuti a versare le imposte di successione.

Devi sapere, infatti, che sono previste delle franchigie per le seguenti categorie di soggetti:

  • coniuge;
  • parenti in linea retta;
  • fratelli e sorelle.

Ciò significa che se il valore dell’eredità è inferiore alla franchigia non si è soggetti all’imposta, che invece viene applicata soltanto sul valore eccedente.

Più nel dettaglio, nei primi due casi (coniuge o parenti in linea retta) la franchigia è fissata in €. 1.000.000 di euro, nel secondo caso (fratelli o sorelle) è di €. 100.000.

Come vedi, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, in tema di tassazione dei trasferimenti per causa di morte il nostro Paese, rispetto ad altri, prevede una tassazione molto più vantaggiosa.

Diversamente, non sono tenuti a pagare le imposte, i chiamati che hanno rinunciato all’eredità entro la scadenza del termine per presentare la dichiarazione di successione o i chiamati che non sono nel possesso dei beni oggetto di successione e hanno nominato un curatore dell’eredità giacente.

Come si calcolano le imposte di successione?

Sapere come si calcolano le tasse ci permette di capire chi e in che misura è tenuto al pagamento delle imposte.

Il calcolo delle imposte di successione viene effettuato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, sulla base della dichiarazione di successione ( da effettuare entro 1 anno dalla data di apertura della successione), tenendo conto delle franchigie (ossia le soglie di esonero dall’imposta).

Come si determina la base imponibile dell’ imposta di successione?

Per determinare se e quanto un successore è tenuto a versare, in misura della sua quota, occorre considerare oltre l’ammontare netto del patrimonio pure il grado di parentela. Il rapporto di parentela tra de cuius e successore stabilisce, sia la soglia della franchigia di esonero, che l’aliquota da applicare al calcolo.

Il valore netto dell’eredità sul quale viene determinata l’imposta di successione, ossia la base imponibile differenziale da dichiarare, si calcola, sottraendo dal complessivo dei beni e dei diritti, l’importo di tutti i debiti del de cuius.

In altri termini: attività – passività = base imponibile.

Per ciò che concerne la determinazione del valore degli immobili si considerano i valori catastali anziché il valore di mercato.

Calcolo imposte e franchigie per grado di parentela

Figlio, coniuge, fratello o sorella? In che misura i gradi di parentela determinano l’ammontare delle imposte di successione?

Vediamolo insieme.

  • CONIUGE E FIGLI: l’aliquota è pari al 4% solo per l’importo che eccede la franchigia da 1.000.000 di euro.
  • FRATELLI E SORELLE: l’aliquota è pari al 6% solo per l’importo che eccede la franchigia da 100.000 euro.
  • PARENTI IN LINEA RETTA FINO AL 4°: l’aliquota è pari al 6% e non si applica alcuna franchigia.
  • PARENTI IN LINEA COLLATERALE FINO AL 3°: l’aliquota è pari al 6% e non si applica alcuna franchigia.
  • CONVIVENTE: l’aliquota è pari al 8% e non si applica alcuna franchigia.
  • DISABILI: l’aliquota è data dal grado di parentela, ma si applica sempre una franchigia pari a 1.500.000 euro.

Giusto per fare un esempio, poniamo che Luca stia ereditando dal padre Mario un immobile dal modesto valore e poniamo che questo immobile sia l’unico bene a formare l’attivo ereditario.

In questo caso Luca, pur dovendo presentare la dichiarazione di successione, non sarà tenuto a pagare le imposte se il valore catastale dell’immobile non supera la soglia della franchigia rispetto alla sua quota di eredità.

Discorso analogo per la madre di Luca e la sorella o gli eventuali successori disabili, nei limiti delle rispettive franchigie.

Come si versano le imposte di successione?

Le imposte di successione vengono liquidate direttamente dall’Agenzia delle Entrate entro 3 anni dalla presentazione della dichiarazione.

L’imposta deve essere versata, utilizzando il modello F23, entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione.

Scaduto il suddetto termine per il versamento verranno applicati, in caso di mancato pagamento, oltre alle sanzioni anche gli interessi di mora.

Il versamento si effettua presso istituti bancari, uffici postali o direttamente presso l’Agenzia delle Entrate (ufficio Riscossione) e può avvenire in contanti, con addebito su conto corrente o con assegno bancario o circolare contestualmente alla presentazione del modello F23.

Inoltre, il versamento può essere dilazionato, sempre entro e non oltre il termine di 60 giorni, presentando un istanza all’agente della riscossione.

Il modello di pagamento F23 si può compilare online, con l’aiuto delle istruzioni opportunamente fornite dall’agente della riscossione.

Terminata la compilazione con successo, potrai scaricare il file PDF del modello F23 sul tuo dispositivo e stamparlo.

LEGGI ANCHE: Accettazione eredità: come si diventa eredi?

Si può rateizzare il versamento delle imposte?

Il versamento delle imposte di successione può essere rateizzato soltanto limitatamente agli importi superiori a 1.000 euro con le seguenti modalità:

  • La rateizzazione deve essere richiesta entro 60 giorni e contestualmente al pagamento della prima rata, che deve avere un importo pari o superiore al 20% del versamento totale.
  • La somma restante deve essere versata in 8 rate trimestrali di pari importo se la rateizzazione non supera 20.000 euro (12 rate trimestrali di pari importo se la rateizzazione supera 20.000 euro).

Gli interessi sulle rate sono calcolati dal giorno successivo al pagamento della prima rata.

È importante sapere che le rate scadono l’ultimo giorno del trimestre. Il ritardo nella scadenza del pagamento di una rata, oltre a prevedere sanzioni e interessi in mora, può far decadere la rateizzazione:

  1. per tardivo versamento della prima rata oltre 7 giorni dal termine per il pagamento;
  2. per insufficiente versamento di una rata oltre al 3% dell’importo dovuto, oppure a prescindere dalla percentuale se l’insufficienza ammonta a più di diecimila euro.

Le insufficienze o i ritardi minori, considerati lieve inadempimento, non causano la decadenza della rateizzazione.

Imposte catastali e ipotecarie

Oltre all’imposta di successione, nel caso in cui nel patrimonio ereditario siano presenti beni immobili, i successori devono autoliquidare le seguenti tasse e tributi speciali sugli immobili:

  • l’imposta ipotecaria;
  • l’imposta catastale;
  • l’imposta di bollo.

Autoliquidare significa che i contribuenti (successori) devono procedere autonomamente al calcolo delle tasse.

Per autoliquidare le imposte catastali e ipotecarie occorre indicare nella dichiarazione di successione il codice IBAN sul quale si desidera addebitare le somme dovute.

Infine, dopo aver presentato la dichiarazione, si esegue a favore dei successori, la voltura catastale dei beni immobili secondo le quote di spettanza.

Ricapitolando

Per imposte di successione si intendono le tasse che l’erario pone a carico degli eredi per il trasferimento del patrimonio ereditario.

L’onere d’imposta nasce contestualmente all’obbligo di presentare la dichiarazione di successione da parte dei chiamati. Tutte le successioni che non comprendono beni immobili e/o non raggiungono un valore cospicuo sono escluse dalla tassazione.

Ad ogni modo, per determinare le imposte effettive occorre considerare pure il grado di parentela. Il rapporto di parentela stabilisce: sia la franchigia di esonero, che l’aliquota da applicare al calcolo.

L’imposta deve essere versata, utilizzando il modello F23, entro 60 giorni dalla notifica della liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il versamento delle imposte di successione può essere rateizzato. La rateizzazione deve essere richiesta entro 60 giorni e contestualmente al pagamento della prima rata, che deve avere un importo pari o superiore al 20% del versamento totale.

Oltre all’imposta sul patrimonio ereditario, nel caso in cui vi siano beni immobili, i successori devono autoliquidare le tasse e i tributi speciali sugli immobili. Per autoliquidare le imposte catastali e ipotecarie occorre indicare nella dichiarazione di successione il codice IBAN sul quale si desidera addebitare le somme dovute.

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