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Il fenomeno della successione ereditaria ha come ultimo fine quello di devolvere il patrimonio del de cuius e di ripartirlo secondo le quote di spettanza ai suoi successori.
Tuttavia devi sapere che esistono alcune ipotesi in cui si verifica un fenomeno particolare per il quale il patrimonio ereditario rimane privo di successori: si tratta dell’ “eredità vacante”.
Prenditi qualche minuto per leggere questo post e capirai di cosa si tratta.
Eredità vacante: a chi spetta l’eredità in mancanza di successibili?
Nel corso di una successione mortis causa può accadere che lo Stato italiano diventi l’ultimo destinatario della devoluzione e acquisisca la titolarità dei beni ereditari: questo è proprio ciò che accade nel caso di eredità vacante.
Ma quando si verifica questa eventualità?
L’acquisizione dell’eredità da parte dello Stato avviene quando sussistono tali condizioni:
- se tutti i successibili non dovessero accettare l’eredità nei termini o vi rinuncino espressamente;
- nel caso in cui il de cuius non abbia disposto per testamento e non sia in vita alcun successibile entro il 6° grado.
Ora, per chiariti meglio il concetto vediamo qualche esempio di eredità vacante:
- Tizio non ha moglie né figli né altri parenti fino al 6° in quanto deceduti anzitempo. Nell’ipotesi in cui Tizio non abbia disposto per testamento a favore di ulteriori chiamati, la sua eredità sarà considerata vacante e verrà devoluta allo Stato italiano.
- Mevio non ha moglie né figli e tutti gli altri parenti fino al 6° non hanno accettato l’eredità nei termini o vi hanno espressamente rinunciato. Nell’ipotesi in cui Mevio non abbia predisposto un testamento a favore di ulteriori chiamati, la sua eredità sarà considerata vacante e verrà devoluta allo Stato italiano.
- Sempronio ha moglie e figli, i quali hanno deciso di rinunciare espressamente all’eredità, e tutti gli altri parenti fino al 6° non hanno accettato l’eredità nei termini o vi hanno espressamente rinunciato. Mevio non ha nemmeno disposto per testamento in favore di ulteriori chiamati e pertanto la sua eredità sarà considerata vacante e verrà devoluta allo Stato italiano.
I motivi possono essere i più svariati, ma i presupposti rimangono pur sempre gli stessi: la mancanza di successibili testamentari o legittimi, la rinuncia all’eredità, la prescrizione o decadenza del diritto di accettare l’eredità da parte di tutti i successibili.
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La devoluzione dell’eredità vacante allo Stato: quali sono le ragioni e i presupposti?
La successione dello Stato nell’ambito dell’ eredità vacante rappresenta l’estrema ratio per supplire alla mancanza di ogni successibile. In altri il Legislatore ha previsto la devoluzione del patrimonio ereditario allo Stato italiano per evitare che un’eredità possa rimanere priva di titolare, con evidenti conseguenze per quanto riguarda la circolazione dei beni ereditari.
Inoltre, osservando le ragioni giuridiche da un altro punto di vista, si rileva come il Legislatore abbia disposto a favore di una successione ereditaria tra parenti entro il 6°, fondata sul lavoro e sul risparmio; per evitare che il lontano grado di parentela possa procurare un arricchimento ingiustificato da parte di soggetti estranei alla famiglia del de cuius.
Infine, osservata la ratio a fondamento dell’istituto, ciò che devi tenere a mente sono i presupposti posti a capo della devoluzione delle eredità vacanti, ossia:
- la cittadinanza italiana del de cuius;
- l’accertata vacanza ereditaria.
Com’è disciplinata la successione dello Stato?
Dal punto di vista della qualificazione giuridica lo Stato viene ritenuto dalla Legge erede a titolo universale, cioè colui che subentra in tutte le posizioni di cui era titolare il de cuius e non soltanto limitatamente a determinati beni ereditari. Dal lato pratico, invece, la successione segue delle regole differenti da quelle ordinarie.
Infatti per lo Stato l’acquisto dell’eredità vacante opera di diritto, quindi senza bisogno di accettazione e senza la possibilità che lo Stato vi possa rinunciare. Inoltre, l’acquisto dell’eredità da parte dello Stato non prevede l’effettuazione dell’inventario in quanto in ogni caso non risponde dei debiti e dei legati oltre il valore dei beni ereditati.
Per quanto riguarda, invece, il pagamento dei debiti ereditari, non essendo prevista una disciplina speciale, si ritiene applicabile alla successione dello Stato l’ordinaria procedura di liquidazione regolata dal Codice Civile.
La differenza tra eredità vacante e giacente.
Molti confondono l’eredità vacante con l’eredità giacente, ritenendoli erroneamente il medesimo fenomeno giuridico.
In realtà, a differenza dell’eredità vacante, che presuppone l’accertata effettiva mancanza di tutti i successibili, l’eredità giacente costituisce una situazione completamente differente.
La giacenza, infatti, diversamente dalla vacanza ereditaria, è una situazione ordinaria che si configura sempre all’apertura della successione e rappresenta quel lasso temporale di pendenza entro il quale i chiamati sono tenuti a dare disposizione circa le loro volontà, a voler accettare o meno l’eredità della cui successione si tratta.
Quindi l’eredità giacente presuppone la coesistenza dei seguenti presupposti:
- la presenza di un chiamato all’eredità;
- il chiamato non deve aver accettato l’eredità;
- il chiamato non deve essere nel possesso dei beni ereditari e non deve compiere atti che possano far presumere l’accettazione tacita dell’eredità.
Come vedi l’eredità giacente presuppone una situazione temporanea in cui vi sono uno o più chiamati che non hanno accettato l’eredità, sia in modo espresso o tacito, né hanno dichiarato di voler rinunciarvi, ma sono ancora in termini per poter accettare l’eredità e diventare eredi.
Nell’ipotesi di successiva accettazione entro i termini di Legge l’eredità verrà trasferita ai successori, mentre in mancanza di accettazione, non avendo nominato un curatore dell’eredità, l’eredità verrà considerata “vacante” e verrà acquisita dallo Stato.
Ricapitolando
In alcuna situazioni si configura un fenomeno particolare per il quale il patrimonio ereditario rimane privo di successori entro i parenti del de cuius e l’eredità si considera vacante.
In tale frangente lo Stato diventa l’ultimo destinatario della devoluzione per supplire alla mancanza di ogni successibile. Questo avviene per la mancanza di successibili testamentari o legittimi, la rinuncia all’eredità o la perdita del diritto ad accettare l’eredità da parte di questi.
La successione dello Stato segue delle regole differenti da quelle ordinarie. L’acquisto dell’eredità vacante opera senza bisogno di accettazione e senza la possibilità che lo Stato vi possa rinunciare. Ad ogni modo lo Stato non risponde dei debiti oltre il valore dei beni acquisiti.
L’eredità vacante si differenzia dall’eredità giacente che rappresenta quel segmento temporale di pendenza entro il quale i chiamati possono esercitare il proprio diritto di accettare o meno l’eredità. Nell’ipotesi di una futura accettazione l’eredità verrà trasferita al successore. In mancanza di accettazione o rinuncia e senza ulteriori parenti entro il sesto grado l’eredità verrà considerata “vacante” e lo Stato potrà divenirne titolare.
Premesso che quanto sopra esposto è di una chiarezza estrema, infatti la differenza tra eredità vacante e giacente è spiegata in modo esauriente, sarebbe opportuno, se possibile, indicare anche la procedura che il Comune dovrebbe adottare per acquisire al patrimonio comunale il bene vacante. Tale necessità deriva dal fatto che, soprattutto i piccoli Comuni, non hanno mai avutola necessità di affrontare tale situazione. Una volta che l’Ufficio Tecnico sia venuto a conoscenza dell’esistenza del bene vacante ed accertato la veridicità, cosa dovrebbe fare?
Spero che la mia richiesta possa essere soddisfatta. In ogni caso chiedo scusa per l’invadenza.
La ringrazio per la domanda in quanto si tratta di questione particolare che raramente viene affrontata.
Deve sapere che l’eredità vacante non viene acquisita direttamente dagli enti territoriali (Comune) ma dall’Agenzia del Demanio mediante una procedura che prevede l’effettuazione del sopralluogo, la redazione della relazione tecnico-estimativa, la predisposizione di una determina da parte del Direttore della Struttura competente, la redazione del verbale di acquisizione del bene al patrimonio dello Stato e la trascrizione nei registri immobiliari e aggiornamento dei sistemi informativi.
Sarà l’Agenzia del Demanio, pertanto, che potrà eventualmente porre in vendita all’incanto il bene e non il Comune, il quale potrà soltanto segnalare alla prima l’esistenza del bene vacante per attivare la procedura di acquisizione.
Avv. Alberto Frigotto
Per quanto attiene invece ai beni MOBILI registrati (ad esempio un veicolo) facenti parte di eredità vacante, qual è l’amministrazione di destinazione di questi ultimi? Ed è in caso possibile formulare una proposta di acquisto per i medesimi?
Grazie
L’Agenzia del Demanio è l’ente preposto all’acquisizione delle eredità vacanti quindi dovrà rivolgere a quest’ultimo le Sue richieste. Saluti. Avv. Alberto Frigotto
Se ci sono dei creditori lo Stato paga questi ultimi vendendo l’immobile ereditato ?
Se si tratta di un immobile di proprietà per metà della moglie del defunto che ha rinunciato alla sua quota legittima , lo stato erede in questo caso può vendere l’immobile?
Certo, in quanto lo Stato diventa erede ma acquisisce il patrimonio ereditario nei limiti dell’attivo ereditario pertanto eventuali creditori potranno fare valere le proprie pretese chiedendo la liquidazione dei beni ereditari. Cordialmente. Avv. Alberto Frigotto
Gentile Avvocato,
grazie per le informazioni preziose che leggo sopra. Mi ritrovo ad essere proprietaria (proprietà indivisa) di 2/3 di un appartamento, di cui 1/3 si configura come eredità vacante; vorrei chiedere più nello specifico: qual è la procedura che devo seguire per far acquisire la parte di proprietà vacante all’Agenzia del Demanio e successivamente acquistare quel terzo? Nel senso: a chi mi devo rivolgere? A un Avvocato? a un Notaio? al Comune? e dovrò sostenere dei costi per la procedura di acquisizione da parte dell’Agenzia del Demanio? E quali sono le tempistiche?
Ancora mi domando: se l’appartamento si trova in un condominio, dove verranno fatti lavori “esterni” (cappotto, ecc.) che aumentano anche il valore dell’appartamento stesso, poi potrebbe verificarsi che io debba pagare allo Stato un valore più alto per quella porzione di appartamento anche se ho sostenuto io per intero i costi di manutenzione?
Grazie per le informazioni importanti che riesce a darci.
Giulia
Mi risulta che i beni acquisiti dal Demanio vengano posti in vendita all’incanto (asta) e non con trattativa privata. In ogni caso Le consiglierei di rivolgersi direttamente all’Agenzia del Demanio che è l’ente preposto ad acquisire il bene. Per quanto riguarda i costi di manutenzione che Lei ha sostenuto dovrebbero essere imputati pro quota anche allo Stato. Saluti. Avv. Alberto Frigotto
Salve, avrei una domanda, in caso di eredità composta solo da debiti, con nessun bene ne altro, solamente debiti.
E tutti rinunciano espressamente, lo stato la prende comunque anche se ci sono solo debiti?
Tanto comunque non è tenuto a pagarli quindi suppongo di si, mi sapete delucidare meglio a riguardo?
Grazie in anticipo
Buongiorno Gabriele, lo Stato acquista l’eredità automaticamente al verificarsi dei presupposti e risponde dei debiti nei limiti di quanto acquisito.
In tale frangente, non essendoci un attivo, ritengo non vi sia nemmeno devoluzione allo Stato.
Cordiali saluti.